Il fabbricante di eco

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Journal Entry 1 by irrilevante from Milano, Lombardia Italy on Monday, September 19, 2011
la recensione di MartinaViola .. :)
(rubata, senza previa autorizzazione, da aNobii)

Mark Schluter, rimasto vittima di un incidente d'auto, è affetto dalla sindrome di Capgras: un raro disordine neurologico che gli fa credere che sua sorella - così come il suo cane - siano stati rimpiazzati da impostori apparentemente identici; in pratica il cervello di Mark riconosce l'immagine della sorella Karin, ma non riesce ad associarvi alcun coinvolgimento emotivo.
Mark è disorientato, non ricorda niente dell'incidente e crede di essere vittima di un complotto a cui non sa come sfuggire; l'unica traccia, a cui si aggrappa disperatamente, è un biglietto lasciato da un anonimo angelo custode, che scrive di averlo "riportato indietro" quella sera sulla North Line Road, nei pressi di Kearney, Nebraska.
Anche per Karin non è una situazione facile: costretta ad abbandonare il lavoro e la vita che faceva a Sioux, torna a Kearney per occuparsi del fratello, che la chiama Karin Kopia, ed inizia a documentarsi sulla sindrome di Capgras nella speranza di trovare una soluzione, una cura, qualcosa che riporti lei a Mark alla vita di prima; così facendo si imbatte nei libri di Gerald Weber, un importante neuroscienziato che si occupa di casi rari come quello del fratello: casi in cui il paziente non riconosce più il suo braccio o perde la capacità di riconoscere i volti, casi in cui il cervello ci gioca brutti scherzi, trascinando i nostri livelli di percezione della realtà oltre quella che viene considerata normalità.
Il mistero è dentro di noi.
Questo sembra volerci dire Richard Powers attraverso questo suo romanzo così complesso, un romanzo in cui le storie di Mark e Karin si intrecciano a quella del professor Weber, che sta vivendo un periodo di crisi; un romanzo in cui l'istinto animale - rappresentato dalle gru che ogni anno si riuniscono sul fiume Platte dando vita ad uno spettacolo mozzafiato - si contrappone alla nostra identità, al nostro io; perchè noi umani ci sentiamo diversi da quelle creature, eppure tutto quello che sentiamo in un certo senso estraneo al nostro corpo deriva dal cervello, da un organo di cui sappiamo ancora poco: una massa di impulsi che ancora non sappiamo gestire.
Powers ci offre un romanzo talmente denso di significati, nozioni ed interpretazioni, che risulta quasi impossible comprenderlo pienamente ad una prima lettura. Lascia addosso un senso di vuoto, una nostalgia bruciante per le parole e i concetti che sono andati persi, scivolati in qualche stanza del cervello ancora inesplorata. Lascia la voglia di rileggerlo, di immergersi ancora una volta nel lirismo della sua scrittura per riuscire finalmente a far luce su quello che non siamo riusciti a "trattenere", come se fossimo spugne, al primo colpo.
Da rileggere.

Journal Entry 2 by irrilevante at -- via posta o passaggio a mano --, Lazio Italy on Monday, September 19, 2011

Released 12 yrs ago (9/23/2011 UTC) at -- via posta o passaggio a mano --, Lazio Italy

CONTROLLED RELEASE NOTES:

con obbligo di liberazione alla prossima cena di classe (tua)

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