Per puro caso
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Delia Grinstead è una quarantenne sposata, con tre figli, annoiata dalla routine e insoddisfatta della sua esistenza. Forse è per questo che un giorno, all'improvviso, tornando dalla spiaggia, invece di rientrare a casa prende, quasi casualmente, la decisione di andarsene, di partire per un viaggio che la porti lontano da tutto il suo mondo, dal presente e dal passato. Ma nella sua nuova vita, in una cittadina vicino a Baltimora, ben presto inizierà una nuova relazione, ritrovando gli stessi legami dai quali forse aveva cercato di fuggire...
Contagiata dall'entusiasmo di altre corsare nei confronti di quest'autrice (in generale) e di questo libro (in particolare), forse mi aspettavo un pò troppo, ma.. non mi è piaciuto! Non sono neanche riuscita a finirlo: ho trascinato la lettura fino a 3/4 del libro, ma poi mi sono arresa, ho mollato.
Non sono riuscita a farmi coinvolgere, forse, ma la storia mi è sembra assurda fin dall'inizio.. E poi questa Dee mi sta anche un pò antipatica: non ho condiviso nessuna delle scelte che ha fatto (almeno fino a dove ho letto io..).
Ne faccio un ring per quante/i vogliano vedere se riescono ad entrare nel libro meglio di me.
Partecipanti:
letterina (Napoli)
lilly81 (Genova)
pesciolina (Roma)
mangelzoo (Roseto Degli Abruzzi - TE)
Towandaaa (Peccioli - PI)
Franciek (Firenze)
amboise97 (Stella - SV)
Wiccio (Rimini)
sabella (Napoli)
MartinaViola (Latina)
anna-1283 (Milano)
Hydralux (Vimodrone - MI)
Gothicrise (Livorno)
conteroccabruna (Sanremo)
nevesottile (prov. Salerno)
Gwiwenneth (un po' qui, un po' là :lol: )
Non sono riuscita a farmi coinvolgere, forse, ma la storia mi è sembra assurda fin dall'inizio.. E poi questa Dee mi sta anche un pò antipatica: non ho condiviso nessuna delle scelte che ha fatto (almeno fino a dove ho letto io..).
Ne faccio un ring per quante/i vogliano vedere se riescono ad entrare nel libro meglio di me.
Partecipanti:
letterina (Napoli)
lilly81 (Genova)
pesciolina (Roma)
mangelzoo (Roseto Degli Abruzzi - TE)
Towandaaa (Peccioli - PI)
Franciek (Firenze)
amboise97 (Stella - SV)
Wiccio (Rimini)
sabella (Napoli)
MartinaViola (Latina)
anna-1283 (Milano)
Hydralux (Vimodrone - MI)
Gothicrise (Livorno)
conteroccabruna (Sanremo)
nevesottile (prov. Salerno)
Gwiwenneth (un po' qui, un po' là :lol: )
Ci ho messo veramente tanto per leggerlo!
L'idea di base era bella, ma la scrittura l'ho trovata alquanto noiosa e troppo ricca di inutilità.Aevo letto della Tayler "Matrimonio da dilettanti" e mi era piaciuto tanissimo, ora con questo mi ha un po' delusa.
Personalmente non condivido nessuna scelta dei personaggi.
Martedì parte.
L'idea di base era bella, ma la scrittura l'ho trovata alquanto noiosa e troppo ricca di inutilità.Aevo letto della Tayler "Matrimonio da dilettanti" e mi era piaciuto tanissimo, ora con questo mi ha un po' delusa.
Personalmente non condivido nessuna scelta dei personaggi.
Martedì parte.
A me è piaciuto... avevo già letto dei racconti della stessa autrice, ma ho preferito questo romanzo... l'idea di base è bella, e, soprattutto all'inizio, gli stati d'animo della protagonista sono descritti in modo molto realistico e convincente....andando avanti effettivamente ci sono alcune parti un po' noiose, ma nel complesso mi è piaciuto...parte nei prossimi giorni..
Libro veramente carino, l'ho portato con me a Phoenix
mi e' piaciuto molto e mi ha tenuto compagnia
ripartito questa mattina Grazie
mi e' piaciuto molto e mi ha tenuto compagnia
ripartito questa mattina Grazie
perdono perdono, non mi era mai capitato, ho dimenticato di fare la je, mi scuso...
Il tema della fuga (temporanea o duratura – con o senza cambiamento di identità) non è certo nuovo nella narrativa: basti pensare, tanto per fare solo due esempi, a “Il fu Mattia Pascal” di Pirandello o a “L’uomo che guardava passare i treni” di Simenon. E questo forse è dovuto al fatto che spesso può capitare a chiunque di attraversare momenti in cui si avrebbe voglia di scappare da tutto e da tutti, e ricominciare da capo.
Il contributo che la Tyler ha dato con questo romanzo al tema della fuga è, secondo me, proprio quello che ci si poteva aspettare da lei: la sua abilità principale, che a mio parere assurge proprio ad una caratteristica peculiare di questa scrittrice, consiste infatti nel raccontare vicende familiari, sottili equilibri sempre in bilico quando si tratta di convivenza, episodi anche un po’ particolari, ma sempre con toni non eclatanti, misurati, dedicando attenzione agli stati d’animo che anche i fatti più semplici della vita possono scatenare, piuttosto che agli eventi in sé.
Ci si può immedesimare oppure no con le scelte della protagonista (e questo dipende molto dal proprio carattere e dalla propria storia personale) ma questo non influisce, secondo me, sul valore del romanzo in sé, perché leggendolo ci si trova ad osservare uno spaccato di una storia familiare, e per apprezzarlo non è necessario riconoscersi nell’uno o nell’altro dei personaggi: si può tranquillamente assistere senza schierarsi, tale è la bravura della scrittrice nel presentarci personaggi, luoghi, scelte, pensieri.
Un altro pregio del romanzo, a mio avviso, consiste nel fatto che l’autrice non ha assunto toni moraleggianti, non ha preso le parti di nessuno dei personaggi: semplicemente ce li ha mostrati, nel loro essere e nel loro agire, lasciando a noi lettori qualsiasi considerazione al riguardo.
Infatti, se è vero che fin dalla primissima pagina si è forse un po’ portati a parteggiare per Delia (la vaghezza dei dettagli forniti dai familiari alla polizia subito dopo la scomparsa della donna basterebbe da sola a lasciare intuire che ci sia un certo disinteresse nei suoi confronti, oppure – e sarebbe anche peggio – una malcelata convinzione che lei non possa da sola organizzare e perseguire un piano di fuga realizzandosi in una nuova vita), è anche vero che nello sviluppo della storia, sia tramite i frequenti “ripensamenti” di Delia, sia grazie agli “stacchi” sui vari componenti della famiglia nel momento in cui intervengono nella nuova vita di lei, il lettore si trova a considerare che tutto sommato è vero il vecchio motto secondo cui la ragione non sta mai da una parte sola. E anche a concludere che non sempre le azioni sono determinate da razionalità, logica, calcolo, ma anche talvolta da un senso di abbandono al corso delle cose, da una sospensione della volontà di controllare gli eventi (aspirazione che ritengo molto umana, anche se sotto ad essa può nascondersi inconsciamente un intento di giustificazione per un atteggiamento a cui forse vorremmo abbandonarci più spesso di quanto non possiamo permetterci).
Infine aggiungo una piccola nota riguardo ad un particolare della condotta di Delia nella sua nuova vita da “signorina Grinstead”, che confronterei volentieri con l’opinione di altri lettori: la grande importanza che Delia attribuisce alla propria immagine esteriore (abbigliamento, modo di camminare, abitudini), unita al fatto che comunque non abbia mai tentato di cambiare identità né di rompere definitivamente ogni collegamento con la sua famiglia, non lascia intendere che lei stessa, forse inconsapevolmente, intendesse fin dall’inizio questa sua fuga solo come una parentesi all’interno della sua “vera” vita, da tenere ben distinta, prima di tornare ad essere l’altra e “vera” se stessa ? Se così fosse, e sebbene il finale del romanzo non sia ben definito, si può allora ritenere che mentre la fuga è stata frutto di una scelta impulsiva e avventata, il periodo trascorso lontano da casa è stato invece un intervallo di tempo in cui maturare desideri, consapevolezze e giudizi quasi oggettivamente, come osservandosi da fuori, per poi affrontare un ritorno in famiglia, a cui il matrimonio della figlia ha solo fornito l’occasione, non l’esclusiva giustificazione.
Il contributo che la Tyler ha dato con questo romanzo al tema della fuga è, secondo me, proprio quello che ci si poteva aspettare da lei: la sua abilità principale, che a mio parere assurge proprio ad una caratteristica peculiare di questa scrittrice, consiste infatti nel raccontare vicende familiari, sottili equilibri sempre in bilico quando si tratta di convivenza, episodi anche un po’ particolari, ma sempre con toni non eclatanti, misurati, dedicando attenzione agli stati d’animo che anche i fatti più semplici della vita possono scatenare, piuttosto che agli eventi in sé.
Ci si può immedesimare oppure no con le scelte della protagonista (e questo dipende molto dal proprio carattere e dalla propria storia personale) ma questo non influisce, secondo me, sul valore del romanzo in sé, perché leggendolo ci si trova ad osservare uno spaccato di una storia familiare, e per apprezzarlo non è necessario riconoscersi nell’uno o nell’altro dei personaggi: si può tranquillamente assistere senza schierarsi, tale è la bravura della scrittrice nel presentarci personaggi, luoghi, scelte, pensieri.
Un altro pregio del romanzo, a mio avviso, consiste nel fatto che l’autrice non ha assunto toni moraleggianti, non ha preso le parti di nessuno dei personaggi: semplicemente ce li ha mostrati, nel loro essere e nel loro agire, lasciando a noi lettori qualsiasi considerazione al riguardo.
Infatti, se è vero che fin dalla primissima pagina si è forse un po’ portati a parteggiare per Delia (la vaghezza dei dettagli forniti dai familiari alla polizia subito dopo la scomparsa della donna basterebbe da sola a lasciare intuire che ci sia un certo disinteresse nei suoi confronti, oppure – e sarebbe anche peggio – una malcelata convinzione che lei non possa da sola organizzare e perseguire un piano di fuga realizzandosi in una nuova vita), è anche vero che nello sviluppo della storia, sia tramite i frequenti “ripensamenti” di Delia, sia grazie agli “stacchi” sui vari componenti della famiglia nel momento in cui intervengono nella nuova vita di lei, il lettore si trova a considerare che tutto sommato è vero il vecchio motto secondo cui la ragione non sta mai da una parte sola. E anche a concludere che non sempre le azioni sono determinate da razionalità, logica, calcolo, ma anche talvolta da un senso di abbandono al corso delle cose, da una sospensione della volontà di controllare gli eventi (aspirazione che ritengo molto umana, anche se sotto ad essa può nascondersi inconsciamente un intento di giustificazione per un atteggiamento a cui forse vorremmo abbandonarci più spesso di quanto non possiamo permetterci).
Infine aggiungo una piccola nota riguardo ad un particolare della condotta di Delia nella sua nuova vita da “signorina Grinstead”, che confronterei volentieri con l’opinione di altri lettori: la grande importanza che Delia attribuisce alla propria immagine esteriore (abbigliamento, modo di camminare, abitudini), unita al fatto che comunque non abbia mai tentato di cambiare identità né di rompere definitivamente ogni collegamento con la sua famiglia, non lascia intendere che lei stessa, forse inconsapevolmente, intendesse fin dall’inizio questa sua fuga solo come una parentesi all’interno della sua “vera” vita, da tenere ben distinta, prima di tornare ad essere l’altra e “vera” se stessa ? Se così fosse, e sebbene il finale del romanzo non sia ben definito, si può allora ritenere che mentre la fuga è stata frutto di una scelta impulsiva e avventata, il periodo trascorso lontano da casa è stato invece un intervallo di tempo in cui maturare desideri, consapevolezze e giudizi quasi oggettivamente, come osservandosi da fuori, per poi affrontare un ritorno in famiglia, a cui il matrimonio della figlia ha solo fornito l’occasione, non l’esclusiva giustificazione.
Pensavo che fosse il classico librino alla Harmony... Lei che incontra lui e poi si mettono insieme... e invece qui la storia è un po' meno scontata. Cmq non mi ha coinvolto più di tanto, la protagonista è leziosa... Lo passo alla prossima!
Journal Entry 15 by amboise97 at -- via posta o passaggio a mano --, Liguria Italy on Monday, September 27, 2010
Spedito a Wiccio.
Arrivato il 09/10/10 a Rimini!
Il libro è ripartito alla volta di sabella. :)
Riparte oggi verso MartinaViola. Non lascio commento perché in realtà l'ho solo iniziato e non concluso, evidentemente non era il momento per questo libro che ho trovato un po' noioso nelle descrizioni quotidiane troppo particoleraggiate e di cui stentavo a cogliere il senso...
Grazie comunque per il ring :)
Grazie comunque per il ring :)
il libro è arrivato ieri! va in coda...
ho un bel po' di romanzi di anne tyler da leggere! :)
ho un bel po' di romanzi di anne tyler da leggere! :)
arrivato oggi!
Il libro è nelle mani di Hydralux!
La lettura è stata piacevole e l'ho letto in pochissimo tempo. La storia non mi è dispiaciuta anche se avevo pensato ad un'evoluzione diversa.
Sono iscritta ad altri ring della Tyler, vediamo un po' le altre storie! :)
Grazie mille GrilloParlante!
La lettura è stata piacevole e l'ho letto in pochissimo tempo. La storia non mi è dispiaciuta anche se avevo pensato ad un'evoluzione diversa.
Sono iscritta ad altri ring della Tyler, vediamo un po' le altre storie! :)
Grazie mille GrilloParlante!
inizio subito a leggerlo, sono proprio curiosa ^_*
libro leggero e scorrevole, è stato piacevole da leggere anche se un po' diverso dai primi della Tyler che ho letto.
La protagonista è decisamente particolare, non tanto come personaggio quanto per il modo d'agire, totalmente fuori dagli schemi.
anch'io ad essere sincera mi aspettavo un finale diverso...ma nel complesso come libro mi è piaciuto :)
riparte domattina, grazie!
La protagonista è decisamente particolare, non tanto come personaggio quanto per il modo d'agire, totalmente fuori dagli schemi.
anch'io ad essere sincera mi aspettavo un finale diverso...ma nel complesso come libro mi è piaciuto :)
riparte domattina, grazie!
Secondo libro per me della Tyler che ho trovato davvero diverso "da ragazza in un giardino" mi sono piaciuti entrambi ma forse l'altro era più particolare questo è molto scorrevole e si fa leggere volentierissimo! I personaggi sono ben delineati e la protagonista è davvero enigmatica, fino alla fine non sapevo che finale avrei trovato!
spedisco a conteroccabruna
spedisco a conteroccabruna
Scusate...credevo di aver fatto j.e. !
Della Tyler avevo letto "Turista per caso" e ritrovo qui una certa insofferenza per i personaggi femminili e soprattutto per i rapporti di coppia che la scrittice costruisce. Senza dubbio la scrittura è coinvolgente tanto che temevo di non riuscire a leggere il "malloppo", ma di fatto l'ho consumato in 3g festivi... solo che la storia di questa fuga per caso dalla normalità paragonata a una "macchina del tempo a ristroso", come nel film visto la sera prima da Carroll e Ramsay, mi sembra un congegno letterario a spiegazione un po' banale. Nonostante ciò, le riflessioni intime sullo scorrere del tempo sono la parte che mi pare più profonda, anche se la vita di Bay Borough si dissolve come una bolla di sapone: troppo facile così!
Pronto per raggiungere prossimo in lista...
Della Tyler avevo letto "Turista per caso" e ritrovo qui una certa insofferenza per i personaggi femminili e soprattutto per i rapporti di coppia che la scrittice costruisce. Senza dubbio la scrittura è coinvolgente tanto che temevo di non riuscire a leggere il "malloppo", ma di fatto l'ho consumato in 3g festivi... solo che la storia di questa fuga per caso dalla normalità paragonata a una "macchina del tempo a ristroso", come nel film visto la sera prima da Carroll e Ramsay, mi sembra un congegno letterario a spiegazione un po' banale. Nonostante ciò, le riflessioni intime sullo scorrere del tempo sono la parte che mi pare più profonda, anche se la vita di Bay Borough si dissolve come una bolla di sapone: troppo facile così!
Pronto per raggiungere prossimo in lista...
Journal Entry 27 by Gwiwenneth at Alphen aan den Rijn, Zuid-Holland Netherlands on Wednesday, May 15, 2013
Una lettura stancante... non è il libro che fa per me!
Sorry Grillo :)
Sorry Grillo :)