La vita dopo dio
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letto in un'epoca di blog fa meno impressione, immagino. perché ci si può abituare a seguire i percorsi mentali di un'altra persona, ma ci si abitua anche a distinguerli. e questi vanno distinti. certe volte mi chiedo come si possa scrivere queste cose riferendole a una persona immaginaria, e mi convinco che non sia possibile, che libri come questo non possano essere che autobiografici. e se lo sono, allora perché è così facile trovarcisi immersi? sottolineare continuamente frasi che possono essere riferite - anzi no: scaturite dalla propria vita passata?
sentito stamattina per radio: "a cinquant'anni è inevitabile cominciare a pensare a cosa si farà del resto della propria vita". eh, e prima no?
sentito stamattina per radio: "a cinquant'anni è inevitabile cominciare a pensare a cosa si farà del resto della propria vita". eh, e prima no?