Idioti
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Cosa accadrebbe se una fata vi comparisse davanti, pronta ad esaudire uno dei vostri tanti desideri?
Una raccolta di racconti vivace ed insolita.
Il libro diventa un RING, partenza il 10 febbraio 2009.
Ecco la lista dei partecipanti:
chell79 (contatta) (Padova)
etnagigante (contatta) (Catania)
Franciek (contatta) (Firenze)
Towandaaa (contatta) (Peccioli (Pisa)) in fondo/il più tardi possibile
Alessiam1984 (Bari)
Alcune istruzioni.
- non fate release notes ma solo journal entry (una in entrata e una in uscita) e, se possibile, corredatele con una foto della vostra città;
- nella busta potete inserire segnalibri, cartoline e cose simili (basta che non occupino troppo spazio);
- potete, anzi, DOVETE :P sottolineare (a matita) quello che vi piace e che vi emoziona.. ricordate però di firmare i vostri interventi con il nick, in modo tale che il sottoscritto e gli altri partecipanti possano riconoscervi. :)
- non rendete illeggibile il testo!
- lasciate, se volete, un commento scritto utilizzando il quaderno allegato.
- per favore compilate le etichette :)
- non tenete il libro per più di due mesi: ring a parte, cercate di non metterlo in coda ad altre letture.
Che altro dire? Che le poste ce la mandino buona! ;)
Una raccolta di racconti vivace ed insolita.
Il libro diventa un RING, partenza il 10 febbraio 2009.
Ecco la lista dei partecipanti:
chell79 (contatta) (Padova)
etnagigante (contatta) (Catania)
Franciek (contatta) (Firenze)
Towandaaa (contatta) (Peccioli (Pisa)) in fondo/il più tardi possibile
Alessiam1984 (Bari)
Alcune istruzioni.
- non fate release notes ma solo journal entry (una in entrata e una in uscita) e, se possibile, corredatele con una foto della vostra città;
- nella busta potete inserire segnalibri, cartoline e cose simili (basta che non occupino troppo spazio);
- potete, anzi, DOVETE :P sottolineare (a matita) quello che vi piace e che vi emoziona.. ricordate però di firmare i vostri interventi con il nick, in modo tale che il sottoscritto e gli altri partecipanti possano riconoscervi. :)
- non rendete illeggibile il testo!
- lasciate, se volete, un commento scritto utilizzando il quaderno allegato.
- per favore compilate le etichette :)
- non tenete il libro per più di due mesi: ring a parte, cercate di non metterlo in coda ad altre letture.
Che altro dire? Che le poste ce la mandino buona! ;)
è arrivato oggi! lo inizio presto :)
l'ho appena terminato, i racconti sono carini ma non mi hanno entusiasmato molto, anche se i personaggi sono molto particolari ed originali. spedisco prima possibile ;)
Purtroppo avevo aspettato tanto questo libro, ma non mi ha entusiasmato poi così tanto. Un pochino pesante...Passo domani a Towandaa
Sulla scia di un umorismo sottile, a volte sarcastico e tagliente, altre più dolce, ci si ritrova a considerare (e probabilmente anche a ridimensionare) quello che potrebbe significare essere posti di fronte all’offerta di scegliere un desiderio che possa essere esaudito. Pur essendo decisamente convinta del fatto che “quisque fortunae suae faber est” e quindi razionalmente propensa a credere che la realizzazione dei nostri desideri sia rimessa esclusivamente nelle nostre mani, non nego che emotivamente potrebbe essere allettante ricevere una tale proposta, ma………(e l’autore ce lo dimostra) come risulta poi difficile sceglierne solo uno !
Non solo perché alcune categorie (quelle che sarebbero più gettonate !) sono escluse in partenza dal novero della scelta, ma soprattutto perché pensandoci, i desideri che vorremmo veder realizzati sono sempre molti, e sceglierne uno solo è complicato. Già su questo primo elemento ci sarebbe molto su cui riflettere: viviamo una vita così deludente che troppe cose dovrebbero realizzarsi per cambiarla……..oppure l’uomo per sua natura non è mai contento di quello che ha ed è portato a desiderare sempre qualcosa in più ? Sono interrogativi importanti, e ognuno nella sua coscienza potrà trovare una risposta (non credo che esista una soluzione generalmente valida per tutti), ma intanto Arjouni solleva la questione, prospettandola alla nostra riflessione. E poi: siamo sicuri che occorra proprio l’intervento di altri (fate, fato o uomini non importa) oppure quello che vorremmo sta solo aspettando che ci attiviamo per realizzarlo ?
Tutti questi interrogativi aleggiano durante e dopo la lettura, che si prospetta come un mezzo per rifletterci su, ed il tono umoristico alleggerisce, ma non banalizza, la portata delle conclusioni a cui si può arrivare.
Ho molto apprezzato la scelta dell’autore di collocare l’intervento della fata al termine dei racconti, dedicando la maggior parte delle pagine di ogni storia alla costruzione del personaggio che sarebbe stato beneficiato da tale intervento soprannaturale, perché ciò consente di inquadrare il desiderio espresso (e il conseguente risultato ottenuto) nelle dimensioni appropriate alla vita e alle aspirazioni del protagonista e consente di mostrare (altro elemento su cui riflettere) che spesso ci si può arrendere quando siamo davvero vicini a realizzare da soli un desiderio che è molto più comodo e facile delegare all’intervento altrui.
La morale (se così vogliamo chiamarla) si trova secondo me racchiusa in un passo che si legge a pagina 131: “I desideri sono come la vita, più si cerca di andare in alto, più in basso si può cadere. In ogni caso, secondo la mia esperienza, sono sempre più soddisfatti quelli che esprimono desideri nell’ambito delle loro possibilità”: banale fino al punto di essere addirittura fuorviante e deleteria se la si interpreta come monito a limitare le proprie aspirazioni, ma ragionevole e sensata nel momento in cui spinge a rivalutare e considerare quello che vorremmo a confronto di quello che già abbiamo o che possiamo ottenere con un po’ di impegno in più.
Credo sia facile riconoscersi in alcune delle propensioni di questi personaggi (immedesimandosi nelle loro situazioni), ed altrettanto facile criticarle (estraniandosi da essi), passando attraverso tutti i gradi intermedi che separano l’empatia e la compassione dalla critica e dal giudizio: è naturale, è umano ed è anche utile, se al termine di questo processo abbiamo capito qualcosa in più di noi stessi. L’amore che nutriamo verso i nostri cari è tale che ci porta a superare i limiti che il rispetto per le legittime scelte altrui pone (come la madre del cantante) ? Indulgiamo nell’autogiustificarci attribuendo ad altri colpe che sarebbero invece esclusivamente riconducibili a noi (come il giornalista free-lance) ? Siamo disposti, per debolezza o calcolo, a scendere a patti con i nostri principi quando si prospettano vantaggi di altra natura (come il socio della compagnia pubblicitaria) ?
Infine (e così lasciamo il piano delle riflessioni filosofiche e comportamentali) questa lettura offre anche curiosi spunti di riflessione riguardo ad un argomento che ci interessa come appassionati di libri. Ci sono molte battute tese ad analizzare il significato dei libri, del gradimento che essi suscitano nei lettori e nel mondo dell’editoria, delle aspettative che in essi pone l’autore e dei risultati che può determinare il sacrosanto principio secondo cui tutti i gusti sono gusti. Niente di nuovo sotto il sole, ma ho riso di gusto leggendo la risposta della fata allo scrittore che voleva veder esaudito il suo desiderio di scrivere il romanzo “perfetto”: “…dovrebbe precisare meglio il suo desiderio. Altrimenti […] non sarà esaudito. Né “eccezionale”, né “apprezzato da tutti” e neppure “romanzo”. Perché è vero che esaudiamo i desideri, ma non dobbiamo rimettere in ordine il mondo”. Ed ho riso di gusto anche di fronte al pragmatismo della stessa fata che osserva : “Non le posso promettere che il suo romanzo sia anche amato, dagli uomini, voglio dire, ma se vuole che sia apprezzato dall’ambiente letterario va bene”………….deve trattarsi di fate molto “terrene” se si sono rese conto della crasi che spesso intercorre tra il giudizio dei lettori e quello degli ambienti dell’editoria !
Il libro riparte oggi per raggiungere Alessiam1984
Non solo perché alcune categorie (quelle che sarebbero più gettonate !) sono escluse in partenza dal novero della scelta, ma soprattutto perché pensandoci, i desideri che vorremmo veder realizzati sono sempre molti, e sceglierne uno solo è complicato. Già su questo primo elemento ci sarebbe molto su cui riflettere: viviamo una vita così deludente che troppe cose dovrebbero realizzarsi per cambiarla……..oppure l’uomo per sua natura non è mai contento di quello che ha ed è portato a desiderare sempre qualcosa in più ? Sono interrogativi importanti, e ognuno nella sua coscienza potrà trovare una risposta (non credo che esista una soluzione generalmente valida per tutti), ma intanto Arjouni solleva la questione, prospettandola alla nostra riflessione. E poi: siamo sicuri che occorra proprio l’intervento di altri (fate, fato o uomini non importa) oppure quello che vorremmo sta solo aspettando che ci attiviamo per realizzarlo ?
Tutti questi interrogativi aleggiano durante e dopo la lettura, che si prospetta come un mezzo per rifletterci su, ed il tono umoristico alleggerisce, ma non banalizza, la portata delle conclusioni a cui si può arrivare.
Ho molto apprezzato la scelta dell’autore di collocare l’intervento della fata al termine dei racconti, dedicando la maggior parte delle pagine di ogni storia alla costruzione del personaggio che sarebbe stato beneficiato da tale intervento soprannaturale, perché ciò consente di inquadrare il desiderio espresso (e il conseguente risultato ottenuto) nelle dimensioni appropriate alla vita e alle aspirazioni del protagonista e consente di mostrare (altro elemento su cui riflettere) che spesso ci si può arrendere quando siamo davvero vicini a realizzare da soli un desiderio che è molto più comodo e facile delegare all’intervento altrui.
La morale (se così vogliamo chiamarla) si trova secondo me racchiusa in un passo che si legge a pagina 131: “I desideri sono come la vita, più si cerca di andare in alto, più in basso si può cadere. In ogni caso, secondo la mia esperienza, sono sempre più soddisfatti quelli che esprimono desideri nell’ambito delle loro possibilità”: banale fino al punto di essere addirittura fuorviante e deleteria se la si interpreta come monito a limitare le proprie aspirazioni, ma ragionevole e sensata nel momento in cui spinge a rivalutare e considerare quello che vorremmo a confronto di quello che già abbiamo o che possiamo ottenere con un po’ di impegno in più.
Credo sia facile riconoscersi in alcune delle propensioni di questi personaggi (immedesimandosi nelle loro situazioni), ed altrettanto facile criticarle (estraniandosi da essi), passando attraverso tutti i gradi intermedi che separano l’empatia e la compassione dalla critica e dal giudizio: è naturale, è umano ed è anche utile, se al termine di questo processo abbiamo capito qualcosa in più di noi stessi. L’amore che nutriamo verso i nostri cari è tale che ci porta a superare i limiti che il rispetto per le legittime scelte altrui pone (come la madre del cantante) ? Indulgiamo nell’autogiustificarci attribuendo ad altri colpe che sarebbero invece esclusivamente riconducibili a noi (come il giornalista free-lance) ? Siamo disposti, per debolezza o calcolo, a scendere a patti con i nostri principi quando si prospettano vantaggi di altra natura (come il socio della compagnia pubblicitaria) ?
Infine (e così lasciamo il piano delle riflessioni filosofiche e comportamentali) questa lettura offre anche curiosi spunti di riflessione riguardo ad un argomento che ci interessa come appassionati di libri. Ci sono molte battute tese ad analizzare il significato dei libri, del gradimento che essi suscitano nei lettori e nel mondo dell’editoria, delle aspettative che in essi pone l’autore e dei risultati che può determinare il sacrosanto principio secondo cui tutti i gusti sono gusti. Niente di nuovo sotto il sole, ma ho riso di gusto leggendo la risposta della fata allo scrittore che voleva veder esaudito il suo desiderio di scrivere il romanzo “perfetto”: “…dovrebbe precisare meglio il suo desiderio. Altrimenti […] non sarà esaudito. Né “eccezionale”, né “apprezzato da tutti” e neppure “romanzo”. Perché è vero che esaudiamo i desideri, ma non dobbiamo rimettere in ordine il mondo”. Ed ho riso di gusto anche di fronte al pragmatismo della stessa fata che osserva : “Non le posso promettere che il suo romanzo sia anche amato, dagli uomini, voglio dire, ma se vuole che sia apprezzato dall’ambiente letterario va bene”………….deve trattarsi di fate molto “terrene” se si sono rese conto della crasi che spesso intercorre tra il giudizio dei lettori e quello degli ambienti dell’editoria !
Il libro riparte oggi per raggiungere Alessiam1984
Arrivato a Milano sano e salvo..
Personalmente il libro non mi ha entusiasmato più di tanto: l'idea è originale e gli spunti sono buoni, ma nel complesso è come se mancasse un po' di brio e fantasia nei racconti proposti. Contatto la ringmaster per sapere se il libro tornerà alla base!
Arrivato!
edit 10 ottobre
Ironia acuta per parlare di problemi comuni, episodi molto carini, soprattutto il primo.
*spoiler*
Dei quattro racconti ho preferito i due che ci dicono come poi la magia è stata esaurita, gli altri mi lasciano con troppa curiosità.
edit 10 ottobre
Ironia acuta per parlare di problemi comuni, episodi molto carini, soprattutto il primo.
*spoiler*
Dei quattro racconti ho preferito i due che ci dicono come poi la magia è stata esaurita, gli altri mi lasciano con troppa curiosità.
il libro è stato inviato oggi a etnagigante
Il libro è qui
Chi di noi può dire di non aver mai sperato di poter esaudire i propri desideri? Certo, magari la letteratura e il mito ci hanno abituati al genio della lampada, lasciando al mondo delle fate altri scenari della nostra immaginazione. Arjouni ci presenta una serie di protagonisti dei racconti decisamente complessati e attraversa anche numerose arti, dalla musica al cinema passando per la stessa scrittura ponendoci lo stesso interrogativo: sappiamo cosa desideriamo? L'autore inserisce un elemento fantastico dopo averci illustrato a tutto tondo il carattere o la mancanza dello stesso nei protagonisti delle storie. Saranno in grado di riconoscere la fata che esaudisce i desideri o saranno così idioti da sprecare l'occasione?
Il lato umoristico dei racconti prevale su quello fantastico e non mancano degli attacchi a ciò che sta diventando la nostra società, come il proliferare di personaggi da talk show o reality per chi ha espresso il desiderio di diventare famoso. Meglio dare ascolto a ciò che sciorinano le fate, avvisando quali campi siano esclusi e che spesso la gente di accontenta di poco, per esempio di una lavatrice.
Arjouni ci mette in guardia coi suoi racconti ben scritti. Bisogna senza dubbio stare attenti a ciò che si desidera: i desideri potrebbero avverarsi.
Il lato umoristico dei racconti prevale su quello fantastico e non mancano degli attacchi a ciò che sta diventando la nostra società, come il proliferare di personaggi da talk show o reality per chi ha espresso il desiderio di diventare famoso. Meglio dare ascolto a ciò che sciorinano le fate, avvisando quali campi siano esclusi e che spesso la gente di accontenta di poco, per esempio di una lavatrice.
Arjouni ci mette in guardia coi suoi racconti ben scritti. Bisogna senza dubbio stare attenti a ciò che si desidera: i desideri potrebbero avverarsi.
Il libro è con me! Lo leggerò il prima possibile ;)
Mah, inizialmente mi aspettavo di più, poi dopo aver letto alcuni commenti temevo la delusione...il risultato finale sta nel mezzo.
Non un capolavoro, non particolarmente arguto, divertente o fonte di riflessione, ma nemmeno tutto da buttare. Diciamo che l'idea di partenza è buona; forse non è stata sviluppata al meglio.
La struttura a racconti non mi disturba, anche se forse li avrei visti meglio legati in qualche modo, ma è secondario. L'ho trovato un po' frettoloso e superficiale, anche se alcune situazioni erano quasi buffe, seppure sempre ricoperte da un velo di tristezza.
Mi scuso tantissimo per aver trattenuto il libro così a lungo, ripartirà al più presto!
Non un capolavoro, non particolarmente arguto, divertente o fonte di riflessione, ma nemmeno tutto da buttare. Diciamo che l'idea di partenza è buona; forse non è stata sviluppata al meglio.
La struttura a racconti non mi disturba, anche se forse li avrei visti meglio legati in qualche modo, ma è secondario. L'ho trovato un po' frettoloso e superficiale, anche se alcune situazioni erano quasi buffe, seppure sempre ricoperte da un velo di tristezza.
Mi scuso tantissimo per aver trattenuto il libro così a lungo, ripartirà al più presto!
arrivato e già in lettura...
Il libro è sempre con me...bel libretto devo dire.Mi scuso con verdiana x averlo trattenuto cosi a lunghissimo...