city

by Alessandro Baricco | Science Fiction & Fantasy |
ISBN: Global Overview for this book
Registered by annahsavage of Roma, Lazio Italy on 1/14/2003
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4 journalers for this copy...
Journal Entry 1 by annahsavage from Roma, Lazio Italy on Tuesday, January 14, 2003
Stasera al Pomodorino

Journal Entry 2 by tesorino from Roma, Lazio Italy on Wednesday, January 15, 2003
Grazie, lo terrò con me per un po', ma prometto di ridargli la libertà

Journal Entry 3 by albertofarina from Roma, Lazio Italy on Monday, March 31, 2003
Sottratto dalla libreria di tesorino una sera che ero in vena di bariccheggiare, e letto questo weekend, rilassandosi in Toscana...

Uhmm, Baricco continua proprio a non convincermi fino in fondo eppure a non dispiacermi, a piccole dosi. E' fin troppo un cliche' dire che e' bravo e sa troppo di esserlo, se lo dice anche da solo. Pero' non si puo' negarlo, che sappia inventare delle storie che si fanno leggere, che ti fanno venir voglia di sapere come vanno a finire e che nello svolgersi ti buttano li' una quantita' di digressioncelle, di trovate, di invenzioni che anche la meta' basterebbe. Qui il gioco diventa programmatico: "City" e' un collage di tante storie e di tanti pezzi di storie che si alternano, cosi' le leggi una dietro l'altra come se avessi cominciato tutti insieme tutti i racconti di un libro di racconti. E cosi' c'e' la storia del piccolo Gould, che e' un genio e aspira alla normalita', e della sua amica Shatzy Shell, che detesta le offerte speciali, e di Diesel e Poomerang che, scopri a un certo punto, nemmeno esistono nella realta'. E c'e' la storia del pugile Larry Lawyer e del suo maestro Mondini (Gould se la racconta al gabinetto, ogni tanto). E c'e' la storia del western di Shatzy, che non e' una ma sono piu' storie anche se da un certo punto in poi (pagina 254, anche se i personaggi sono apparsi prima) ci si concentra sulla faccenda del paese senza tempo perche' il Vecchio - un grande orologio che domina la citta' di Closingtown - si e' fermato 34 anni, due mesi e undici giorni prima bloccando gli orologi di tutti quelli che ci si trovano anche solo a passare. Lo stile di Baricco, ben preso in giro nelle acute parodie di Leandro Barocco, mescola cabaret e futurismo, cinema e letteratura, citazioni a sfare. Spesso irrita (l'espressione "della madonna" stufa dopo la seconda occorrenza, e ce n'e' almeno una terza: fa scrittorello che vuole scrivere come si parla ma in realta' scrive come chi scrive pensa che si parli, se capite cosa intendo) ma spessissimo funziona e affascina. I brani che descrivono partite di pugilato sono spesso affascinanti anche per chi detesta il pugilato e l'uso dei FLASH all'interno di una di queste scene fa davvero cinema e balenio bianco aggiunto al montaggio. Insomma, a tratti molto bello, a tratti da arrabbiarsi, probabilmente destinato a non lasciare grandi memorie - come in precedenza, per me, "Castelli di rabbia", "Novecento" (che pero' ha avuto il puntello di Tornatore, il piu' felicemente baricchiano dei nostri registi: "La leggenda del pianista sull'oceano" e' un gran film, se togliamo l'orrida scena in cui si parla del quadro, del chiodo e del "FRA'!") e "Seta". Felice di averlo letto, leggero' altro se capita e se non capita bene lo stesso.

Lo presteremo a Francesco, che magari puo' ispirarsene per uno dei suoi sempre begli articoli su "L'Orologio"...

Journal Entry 4 by F on Wednesday, June 18, 2003
Ho ricevuto questo libro sempre dalle preziose ed impareggiabili mani di Alberto Farina, con il quale mi devo ancora una volta scusare per la lentezza nel registrarlo. Sto valutando se leggerlo tutto o no, dopodiché gli renderò la libertà.

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