La Divina Commedia Paradiso
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il Paradiso è essenzialmente un mondo immateriale, significativamente collocato al di fuori della sfera terrestre, in cui tutto ciò che Dante vede ed osserva non è altro che una sistemazione pensata per facilitare la comprensione dei suoi lettori. Infatti, dal punto di vista teologico, tutte le anime risiedono nell’Empireo, un un luogo che Dante paragona ad un anfiteatro chiamato “candida Rosa”, dove godono della contemplazione infinita di Dio; tuttavia, nel corso del suo viaggio, Dante immagina il regno paradisiaco diviso in nove cerchi concentrici, corrispondenti a sette pianeti del sistema solare (nell’ordine: Luna, Mercurio, Venere, Sole, Marte, Giove, Saturno) più il cerchio delle stelle fisse e quello del Primo Mobile, da cui il poeta, nell’ultimo canto, potrà contemplare il divino.
Se dunque dal punto di vista spaziale e geografico il Paradiso fa storia a sé, anche per quanto concerne la propria missione umana e letteraria Dante si trova di fronte a nuove sfide: a lui tocca infatti descrivere, nello stile e nei modi più adatti, la somma esperienza per un cristiano, rendendola intellegibile a chi avrebbe avuto questo privilegio solo dopo la morte in grazia di Dio. Esprimere l’immateriale e il trascendente con gli strumenti della parola poetica è allora il compito che attende il pellegrino nel compimento del suo itinerario verso Dio; perciò, molte sono nei canti paradisiaci le parentesi dottrinarie e i punti in cui il discorso del poeta si innalza a toccare problematiche squisitamente filosofiche-morali, spesso garantendosi il supporto fondamentale non solo di Beatrice, simbolo della Fede, ma anche dei beati via via incontrati lungo il cammino.
Se dunque dal punto di vista spaziale e geografico il Paradiso fa storia a sé, anche per quanto concerne la propria missione umana e letteraria Dante si trova di fronte a nuove sfide: a lui tocca infatti descrivere, nello stile e nei modi più adatti, la somma esperienza per un cristiano, rendendola intellegibile a chi avrebbe avuto questo privilegio solo dopo la morte in grazia di Dio. Esprimere l’immateriale e il trascendente con gli strumenti della parola poetica è allora il compito che attende il pellegrino nel compimento del suo itinerario verso Dio; perciò, molte sono nei canti paradisiaci le parentesi dottrinarie e i punti in cui il discorso del poeta si innalza a toccare problematiche squisitamente filosofiche-morali, spesso garantendosi il supporto fondamentale non solo di Beatrice, simbolo della Fede, ma anche dei beati via via incontrati lungo il cammino.